Le malattie della prostata - Psa alterato

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Le malattie della prostata

Le malattie della prostata

[image:image-1]LA PROSTATITE
L'infiammazione della ghiandola prostatica
L'infiammazione acuta della prostata
L'infiammazione cronica della prostata
Sintomi della infiammazione  della prostata
Diagnosi della infiammazione prostatica
Psa e prostatite
Alterazioni istologiche nella infiammazione prostatica
Le calcificazioni prostatiche
La terapia medica della infiammazione prostatca
I farmaci per la infiammazione prostatica
Le sostanze naturali per la infiammazione prostatica
Schemi terapeutici ipertrofia prostatica
Gli esiti a lungo termine delle infiammazioni prostatiche
Prostatite e deficit erettile
Prostatite ed eiaculazione precoce

IPERTROFIA PROSTATICA
L'ipertrofia prostatica : storia naturale
Anatomia della ghiandola prostatica
A che serve la prostata ?
La diagnosi di ipertrofia prostatica
Disturbi da riempimento vescicale
Disturbi da svuotamento vescicale
I sintomi delle basse vie urinarie : LUTS
La visita urologica : anamnesi ed esame obiettivo
IPSS: questionario sui sintomi
Sintomi della fase di riempimento
Sintomi della fase di svuotamento
Sintomi - postminzionali
Dolore genitale o delle basse vie urinarie
L' esplorazione rettale
Esami di laboratorio
L'uroflussometria: cosa è : risultati.
Il residuo postminzionale
Esame urodinamico
L'ecografia ; diagnostica radiologica
La endoscopia : cistoscopia
La terapia medica
Farmaci da usare nella ipertrofia prostatica
Sostanze naturali: la fitoterapia
Terapia chirurgica della ipertrofia prostatica
La vescica iperattiva
Gli esami strumentali

TUMORE DELLA PROSTATA
Il tumore della prostata : epidemiologia
Il tumore della prostata è ereditario ?
Quali sono i fattori che influenzano il tumore della prostata
Si previene il tumore della prostata?
E' utile lo screeneng del tumore prostatico
Come si diagnostica un tumore della prostata
Il dosaggio del PSA
Il dosaggio del psa coniugato CPSA
Velocità del psa e tempo di raddoppio
L'esplorazione rettale
L'ecografia transrettale
la biopsia prostatica
Quali informazioni fornisce l'anatomo-patologo
L'esame istologico della prostata
I tipi di tumore della prostata
Il grading
La stadiazione del tumore della prostata
La vigile attesa  e sorveglianza attiva (Watchful Waiting)
La terapia chirurgica del tumore della prostata
La radioterapia
Le complicanze urologiche precodi e tardive dopo radioterapia
La brachiterapia
La ormonoterapia
Il tumore prostatico avanzato ormonorefrattario
Il ruolo della chemioterapia
Il trattamento delle metastasi ossee

SINTOMI DELLA FASE DI RIEMPIMENTO


Sono percepiti durante la fase del riempimento vescicale e comprendono: l'aumentata frequenza minzionale diurna, la nicturia, l'urgenza minzionale, l'incontinenza urinaria e la sensazione vescicale.


Aumentata frequenza minzionale diurna (Increased Daytime Frequency).

 Nicturia

 Urgenza (Urgency)

 Incontinenza urinaria (Urinary Incontinence): qualsiasi perdita involontaria di urina.

              Incontinenza urinaria da sforzo (Stress Urinary Incontinence): perdita in di urina durante uno sforzo, l'esercizio fisico o un colpo di tosse/starnuto.
              Incontinenza urinaria da urgenza (Urgency Urinary Incontinence): perdita involontaria di urina, accompagnata o immediatamente preceduta da ur
              Incontinenza urinaria mista (Mixed Urinary Incontinence): perdita invo di urina associata all'urgenza ma anche all'esercizio fisico, allo sforzo, al colpo di tosse o allo starnuto.
              Enuresi notturna (Nocturnal Enuresis): perdita involontaria di urina che si verifica durante il sonno.
              Incontinenza urinaria continua (Continuous Urinary Incontinence): perdita continua di urina.
              Altri tipi di incontinenza urinaria possono essere quelli situazionali, legati cioè a particolari condizioni, come l'incontinenza durante il rapporto sessuale  o l'incontinenza risoria (Giggle Incontinence).


Iscuria paradossa

La sensazione vescicale (Bladder Sensation)
         Può essere suddivisa, sulla base dell'intensità, in cinque categorie.
           
Normale: l'individuo avverte il riempimento vescicale e il crescente (fino a forte) desiderio di urinare.
           
Aumentata: l'individuo avverte un desiderio precoce e persistente di urinare.
           
Ridotta: l'individuo avverte la sensazione della vescica piena, ma non ha desiderio di urinare.

            Assente: l'individuo non avverte il riempimento della vescica o il desiderio di urinare.
           
Non-specifica: l'individuo non presenta una vera e propria sensazione ve ma percepisce il riempimento vescicale come senso di pienezza addominale, con sintomi vegetativi o spasticità.
           Questi sintomi non specifici  sono più frequentemente   osservati in pazienti neurologici, soprattutto in quelli con trauma midollare e in bambini o adulti con malformazioni midollari.



Le tre malattie della prostata esitano in sintomi urinari che possono essere facilmente individuati nell'IPSS (iNTERNATIONAL PROSTATE SIMPTOM SCORE)
sotto titolo ....come urinate ?

IPSS
la scala di gravità dei sintomi


IPSS on line
(grazie ad Astellas)



   

SINTOMI DELLA FASE DI SVUOTAMENTO


Getto ipovalido (Slow Stream): percezione soggettiva di flusso urinario ridotto  se comparato a precedenti minzioni.

Flusso urinario intermittente (Intermittency): descrive un flusso urinario che si ferma e riprende, una o più volte, durante la minzione.

Esitazione (Hesitancy): difficoltà nell'iniziare la minzione, con conseguente ritardo dell'inizio dello svuotamento vescicale, una volta che
il soggetto è pronto per urinare.

Uso del torchio addominale (Straining): descrive lo sforzo muscolare per iniziare, mantenere o migliorare il flusso urinario. Alcuni pazienti (mielolesi o con ipocontrattilità del detrusore) utilizzano una pressione manuale sovra per iniziare o             mantenere il flusso urinario.

Sgocciolamento terminale (Terminal Dribble): l'individuo descrive una prolungata  fase finale della minzione, con flusso ridotto a uno sgocciolamento.


SINTOMI POSTMINZIONALI

Sensazione di incompleto svuotamento vescicale (Feeling of Incomplete Emptying): è la sensazione soggettiva di incompleto svuotamento al termine della minzione

Sgocciolamento post-minzionale (Post-Micturition Dribble): descrive la per involontaria di urina immediatamente dopo il termine della minzione, so dopo essere usciti dal bagno per gli uomini o dopo essersi alzate dalla toilette per le donne.

IL DOLORE GENITALE

Si suddivide sulla base del sito anatomico interessato.

Dolore vescicale (Bladder Pain): è un dolore riferito in sede sovrapubica o retropubica, che solitamente aumenta d'intensità con il progressivo riempi vescicale, persistendo anche dopo la minzione.

Dolore uretrale (Urethral Pain)
: è un dolore riferito lungo l'uretra.

Dolore perineale (Perineal Pain)
: è un dolore riferito tra l'ano e lo scroto, in regione perineale.

Dolore pelvico (Pelvic Pain)
: è un dolore vago, non attribuibile a un singolo or e non chiaramente in relazione alla minzione o alla funzione intestinale.

I termini stranguria (Strangury), spasmo vescicale (Bladder Spasm) e disuria (Dysuria) sono difficili da definire, di incerto significato e diversa interpretazione e per tale motivo vengono, talvolta, utilizzati impropriamente.

USCIRE DAL PROBLEMA

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I biofilm batterici

Il tumore prostatico neuroendocrino:  cromogranina A e Psa
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Carcinoma della prostata ormonorefrattario
Psa e infiammazione cronica prostata ()prostatite)
Psa ed ipertrofia prostatica
Psa ed esame istologico prostatico
Il psa come test di screeneng  nella diagnosi precoce di carcinoma prostatico
Psa  :  stadiazione  e  prognosi del carcinoma prostatico
Psa nel follow up  dopo prostatectomia radicale
Psa nella radioterapia
Psa nella brachiterapia
Psa nella terapia ormonale
Psa  nel carcinoma prostatico ormonorefrattario
Psa e double timing
Psa e prostatite









Quando il paziente non svuota piu' la vescica  sarà necessario il
CATETERE VESCICALE
[image:image-1]
Il cateterismo vescicale è una manovra semplice attraverso la quale il catetere viene posizonato in vescica.
https://www.youtube.com/watch?v=m1XskNd-o7g


Nel caso in cui il paziente abbia una malattia prostatica che blocchi la minzione , sarà necessario intervenire chirurgicamente.
Sulla prostata potremo intervenire endoscopicamente (senza taglio), con il taglio (open) parziale oppure radicale. Gli interventi si chiamano :
1. Resezione tranuretrale della prostata (con resettore, con ansa Gyrus , con
laser a Olmio (HoLAP), o con Laser verde (Green Light laser).
2. Adenomectomia transvescicale (asportazione parziale della ghiandola aumentata di volume: viene risparmiata la capsula)
3. Prostatectomia radicale  (open, laparoscopica , robotica) , asportazione completa della prostata

[image:image-1]Resezione Transuretrale della Prostata (TURP)

DEFINIZIONE

La resezione transuretrale della prostata è un intervento endoscopico (non implica l’incisione esterna della cute) il cui scopo è risolvere l’ostacolo determinato dalla  prostata allo svuotamento della vescica. È l’intervento maggiormente praticato nel  Mondo e in Italia a questo scopo.

INDICAZIONI

Iperplasia prostatica benigna sintomatica e neoplasia prostatica ostruente lo svuotamento vescicale non suscettibile di trattamento radicale che non ha risposto al trattamento ormonale.

DESCRIZIONE DELLA TECNICA

La resezione endoscopica della prostata consiste nell’asportazione della porzione  più interna della ghiandola per via uretrale. Ciò è eseguito grazie all’utilizzo di uno  strumento (resettoscopio) che applicando una particolare energia elettrica rimuove a  “fette” il tessuto prostatico. La procedura è generalmente eseguita in anestesia loco-regionale o generale.

PREPARAZIONE

Generalmente è raccomandata la profilassi antibiotica e antitrombotica se presenti  fattori di rischio.

DURATA DELLA PROCEDURA

La maggior parte degli interventi dura tra 20 e 60 minuti.

TIPO E DURATA DEL RICOVERO

Dopo l’intervento viene applicato un catetere vescicale con sistema di lavaggio continuo della vescica. In assenza di complicazioni il catetere è rimosso in media dopo 3 giorni è la degenza ospedaliera media è di 3-4 giorni.

RISULTATI

- Sintomatologia: il miglioramento della sintomatologia è ottenuto nel 75-96% dei pazienti.
- Risultati obiettivi: la resezione transuretrale della prostata ottiene, i migliori risultati obiettivi (aumento della forza del getto urinario, riduzione del residuo post-minzionale e riduzione dell’ostruzione) rispetto alle terapie alternative: miglioramento  del flusso urinario massimo del e riduzione del residuo post-minzionale del 70%.
- Durata: le percentuali di efficacia del trattamento a lungo termine sono le più alte, rispetto alle terapie alternative: 5-15% di ritrattamenti dopo 8 anni.

VANTAGGI

- Risultati migliori e più duraturi nel trattamento dell’ostruzione prostatica
- Unica terapia possibile in caso di prostata piccola con sviluppo del lobo medio
- Esecuzione di esame istologico completo
- Costi complessivi non elevati

SVANTAGGI

Mortalità post-operatoria rarissima, ma possibile, come in tutti gli interventi chirurgici.

EFFETTI COLLATERALI

- Comporta in almeno 3 pazienti su 4 l’eiaculazione retrograda.
- Dopo la rimozione del catetere i pazienti possono presentare lievi disturbi urinari
che possono persistere per 3 mesi.

ATTENZIONI DA PORRE DOPO LA DIMISSIONE

Alla dimissione è suggerito un periodo (7-21 giorni) di ridotto stress fisico, scarsa attività sessuale e/o sportiva, terapia antisettica urinaria, ecc.) e l’astensione dalle normali attività lavorative per periodo variabile in base alle condizioni associate e all’estensione della resezione. È suggerito di evitare lunghi tragitti in macchina e l’uso di cicli e motocicli.

COME COMPORTARSI IN CASO DI COMPLICANZE A DOMICILIO

In caso di ritenzione urinaria o di ematuria sarà opportuno contattare l’urologo. Se persistono sintomi irritativi vescicali o insorge febbre il paziente si può rivolgere al proprio medico curante come prima istanza, sarà poi il medico a decidere sul da farsi.

CONTROLLI

Il programma di follow-up comprende l’esame colturale delle urine, il PSA, e l’uroflussimetria.

[image:image-1]Adenomectomia con chirurgia tradizionale.

Con la  ADENOMECTOMIA TRANVESCICALE si rimuove completamente  l’adenoma della prostata, ovvero la parte interna che crea l’ostruzione urinaria negli affetti da Ipertrofia prostatica benigna (IPB).
La tecnoica prevede il taglio  mediante un’incisione chirurgica fra ombelico e pube.



Indicazioni all’intervento disostruttivo
L'intervento è consigliato quando :

1. I disturbi urinari non migliorano nonostante terapie mediche.
2. Ci sono frequenti episodi di cateterismo vescicale per ritenzione urinaria acuta (il paziente sviluppa il cosidetto globo vescicale )
3. c'è un documentato e stabile  residuo postminzionale
4. ci sono le complicanze di una ostruzione: calcolosi vescicale, infezioni urinarie ricorrenti del basso apparato, dilatazione cronica  (idronefrosi) dell’alto apparato urinario.

La chirurgia a cielo aperto deve essere scelta nelle prostate con volumi maggiori.
Esempio (diametri): prostata di 6 x 5,5 x 5 cm con adenoma di 5 cm. Esempio (volume): prostata di 75 cc. In queste condizioni, l’adenomectomia open ha un’efficacia disostruttiva a lungo termine superiore rispetto alle altre tecniche (incluse le minii-nvasive).

Quale anestesia si usa nella adenomectomia (prostatectomia oper a cielo aperto ?)

L'adenomectomia open può essere eseguita in anestesia generale oppure periferica (spinale). Richiede un’accurata valutazione anestesiologica preoperatoria perché nei primi giorni dopo l’intervento è frequente un sanguinamento urinario significativo che, pur non comportando conseguenze in soggetti sani, può slatentizzare manifestazioni acute in pazienti cardiopatici o in malati cronici. Nei pazienti che presentano compromissione della salute generale l’adenomectomia open può non essere l’intervento appropriato per la cura di IPB. Pazienti con elevato rischio anestesiologico possono beneficiare maggiormente delle alternative endoscopiche come la resezione transuretrale (TURP), l’ablazione con laser a Olmio (HoLAP), o con Laser verde (Green Light laser).

Conseguenze collaterali dell’intervento di Adenomectomia

Scomparsa dell’eiaculazione  non sono influenzate erezione e orgasmo.

Cicatrice sotto ombelico-pubica

Principali step chirurgici:
L’incisione sulla cute si effettua sulla linea mediana, da alcuni centimetri sotto l’ombelico fino all’osso del pube (incisione "sottoombelico-pubica").

Dopo aver scollato il grasso sottocutaneo si arriva alla fascia muscolare che viene incisa longitudinalmente sulla linea Alba, che è un ispessimento fibroso presente sulla linea mediana della parete addominale anteriore che non contiene fibre muscolari. La sua incisione permette di accedere alle strutture sottostanti la parete senza interrompere i muscoli, ma soltanto divaricandoli lateralmente. Profondamente ai muscoli addominali troviamo lo Spazio di Retzius, cavità virtuale che contiene la vescica, la prostata, i loro peduncoli vascolari e nervosi, il tutto imballato nel connettivo lasso. Tale spazio viene aperto con dissezione per isolare la vescica e la prostata. Si incide la vescica (cistotomia) sulla linea mediana e si posiziona un divaricatore autostatico che la mantiene ben aperta, in modo da avere per le successive fasi sufficiente luce, visibilità e spazio di lavoro.

La parte superiore dell’adenoma prostatico (il così detto “Terzo Lobo”) è ben visibile dall’interno della vescica come un manicotto che circonda l’uretra. SI esegue un’incisione circolare della mucosa sovrastante il terzo lobo mantenendo al centro l’orifizio dell’uretra.
Si approfondisce tale incisione fino a trovare il giusto piano di dissezione, ovvero il confine fra Adenoma e porzione periferica della prostata (detta impropriamente “capsula”). Una volta trovato questo piano, esso viene seguito per tutta la circonferenza dell’incisione fatta, e poi sviluppato inferiormente per tutta la lunghezza dell’adenoma. Tale piano è cedevole, e viene frequentemente sviluppato con il dito (“digito enucleazione”).

Quando l’adenoma è completamente staccato dalla capsula prostatica, lo si seziona distalmente dall’uretra, e lo si invia all’esame al microscopio per accertarsi che il tessuto fosse completamente benigno.

Dopo l’asportazione dell’adenoma, si effettua una sutura circolare della loggia prostatica. Tale sutura ha uno scopo emostatico (ridurre i sanguinamenti arteriosi che più spesso originano dal confine fra vescica e loggia prostatica) e uno meccanico (rinforzo della loggia perché sostenga successive pressioni come quella del palloncino del catetere). Ultimata la sutura, i sanguinamenti arteriosi sono di solito arrestati. Per fermare anche quelli di origine venosa, provenienti dai seni venosi della loggia e dal moncone dell’uretra, si posiziona un catetere vescicale speciale dotato di un palloncino molto capace e resistente. Il palloncino del catetere viene gonfiato molto, in modo che eserciti una pressione continua sulla loggia. E’ tale pressione che arresta (o quasi) i sanguinamenti venosi, sfruttando lo stesso principio con cui si comprime una ferita sulla pelle con una fasciatura stretta.
Quando il palloncino è gonfiato abbastanza e il sanguinamento arrestato, si richiude l’incisione vescicale con varie suture. Si fa partire il lavaggio vescicale in continua (tramite la terza via del catetere) per rimuovere il sangue dalla vescica prima che formi coaguli, che potrebbero ostruire il catetere. Si posiziona un drenaggio nello spazio di Retzius e si richiude la fascia muscolare. Si accosta il sottocute con punti riassorbibili, e i margini della cute con punti o clips metalliche.

Gestione postoperatoria:
Usualmente in prima giornata postoperatoria il palloncino emostatico del catetere viene sgonfiato della metà del volume. Questo riduce la pressione sulla loggia, evitando l’ischemia che potrebbe causare una scorretta guarigione della ferita interna. Le urine sono frequentemente molto ematiche, ed è necessario mantenere il lavaggio in continua attivo per prevenire la formazione di coaguli in vescica. Tali coaguli potrebbero occludere il catetere, causando spasmi dolorosi, o gli sbocchi degli ureteri. Semre in prima giornata il paziente può bere, di solito. In seconda giornata il palloncino viene sgonfiato fino a 10 cc. Il paziente si alza e interrompe il digiuno. Sono necessari spesso lavaggi vescicali a pressione per rimuovere i coaguli. Il catetere vescicale viene tolto di solito in quinta giornata, ma questo momento può essere ritardato se persiste ematuria. Alla rimozione del catetere il flusso di urina dovrebbe essere subito forte. Invece persisteranno per circa un mese i disturbi irritativi, quali urinare spesso e con urgenza. Con la guarigione della ferita interna tali disturbi andranno progressivamente a scomparire.

Il drenaggio si può rimuovere quando si è sicuri che l’emostasi è definitiva, e della guarigione della cistotomia.

Rimozione dei punti di sutura in 8a giornata circa.

[image:image-1]Prostatectomia Radicale Robotica
(Una opzione terapeutica per la terapia del tumore della prostata)

La prostata è una ghiandola che, nel maschio, è localizzata tra il collo vescicale e lo sfintere, cioè la struttura che serve alla continenza delle urine. L’incidenza del carcinoma prostatico è in aumento e il rischio di sviluppare questa malattia al di sopra dei 50 anni è elevata, intorno al 13-30%.  Il carcinoma della prostata presenta un’evoluzione altamente imprevedibile, infatti, si evidenzia con estrema frequenza come carcinoma latente e quindi senza un’evidenza clinica della malattia.
Tra i fattori di rischio ricordiamo la familiarità, l’ereditarietà, fattori ambientali e dietetici.
La sintomatologia può essere di lieve entità, sfumata, riconducibile a quella da ostacolo minzionale sul collo della vescica, come nel caso dell’ipertrofia prostatica benigna, mentre l’eventuale dolore osseo e l’insufficienza renale sono indice di una malattia allo stadio avanzato. La diagnosi prevede l’esplorazione rettale che può evidenziare un nodulo sospetto a carico della porzione periferica della ghiandola; quindi il dosaggio di marcatori prostatici quali il PSA (antigene prostatico specifico) sierico, totale e libero, il PSA-density e PSA-velocity. In successione si passa quindi all’esecuzione dell’ecografia prostatica transrettale della prostata e soprattutto alla biopsia prostatica che conferma la diagnosi di carcinoma prostatico. La biopsia è solitamente eseguita attraverso la via eco-guidata per via transrettale o transperineale.
In casi selezionati si completa la stadiazione clinica della malattia con una radiografia del torace, TC e/o RMN dell’addome e della pelvi e la scintigrafia ossea.
La scelta terapeutica deve considerare sia le condizioni del paziente ovvero l’età, le condizioni generali e l’aspettativa di vita, che quelle del tumore ovvero il Gleason score, i valori del PSA e lo stadio clinico della malattia. Inoltre devono essere considerati gli effetti collaterali di ogni terapia, le risorse del centro ospedaliero di riferimento e l’attitudine del chirurgo.
Le opzioni terapeutiche:
La terapia chirurgica è rappresentata dall’asportazione radicale della prostata, delle vescicole seminali e in alcuni casi dei linfonodi iliaci e otturatori seguiti dalla sutura tra la vescica e l’uretra. Essa può essere eseguita a cielo aperto per via retropubica tramite incisione addominale o per via perineale oppure per via laparoscopica-robotica. Questa opzione consente la conoscenza esatta dello stato di avanzamento del tumore, che viene fornita dall’esame istologico. È pertanto possibile programmare un piano terapeutico “su misura” per ogni singola situazione di malattia:

Chirurgia
chirurgia + Radioterapia
Chirurgia + Ormonoterapia
Chirurgia + Radioterapia + Ormonoterapia
La radioterapia può essere eseguita da sola o in associazione con la terapia medica e/o chirurgica. Essa comporta complicanze acute (diarrea, ematuria, cistite, stenosi uretrale, incontinenza urinaria, deficit erettile). Possiamo distinguere una radioterapia esterna convenzionale oggi migliorata con la tecnica tridimensionale conformazionale in cui sono colpiti solo i tessuti prescelti e quindi sono maggiormente limitati gli effetti collaterali e la radioterapia interstiziale (brachiterapia) in cui dei semi radioattivi vengono inseriti direttamente nella prostata per via percutanea transperineale. Questa ultima metodica non si utilizza per prostate voluminosa, pazienti già sottoposti a TURP o con sintomi ostruttivi significativi.
Il trattamento medico con sostanze ormonali che bloccano lo sviluppo delle cellule prostatiche, ma aboliscono il desiderio sessuale e di conseguenza procurano impotenza. Esso è solitamente instaurato nella fase avanzata della malattia, quando le condizioni generali non permettano altro tipo di terapia o prima del trattamento curativo. Questa terapia è solo palliativa e non può essere sospesa completamente per il rischio di progressione della malattia.
La prostatectomia radicale è l’intervento più indicato per l’asportazione dei tumori localizzati alla ghiandola prostatica.

La PROSTATECTOMIA RADICALE ROBOTICA con e senza asportazione dei linfonodi iliaco-otturatori rappresenta una delle possibilita’ chirurgiche per il tumore della prostata localizzato. La chirurgia robotica consente di eseguire l'intervento con particolari strumenti che passano all'interno di piccole cannule, del diametro di 5-12 mm, inserite nell'addome attraverso piccoli buchi dello stesso diametro. L'addome deve essere opportunamente disteso con anidride carbonica con il paziente in posizione di Trendelemburg (“arti inferiori in alto e testa in posizione declive”). Una particolare telecamera e l’assistenza robotica consentono di operare guardando l'immagine del campo operatorio su di un particolare monitor con ricostruzione tridemensionale. I bracci robotici permettono di eseguire movimenti accurati con riduzione delle perdite di sangue intraoperatorie e una maggiore attenzione alla conservazione dei nervi erigendi (“tecnica nerve sparing”). La durata di questo intervento di solito varia da 4 a 6 ore. Può essere necessaria la somministrazione di emotrasfusioni sia durante che nei giorni successivi  all’intervento. La degenza post-operatoria di solito è inferiore ai 7 giorni. Nei giorni successivi all’intervento è necessario somministrare una terapia endovenosa con fleboclisi, antibiotici e  farmaci anticoagulanti sottocute. È indispensabile il mantenimento di un catetere vescicale per almeno 6 giorni. L’esecuzione di una cistografia valuterà l’opportunità di sfilare il catetere. Sono necessari drenaggi esterni per garantire la guarigione della ferita chirurgica. Le possibili complicanze di questi interventi sono: Febbre, Infezione della ferita con ritardo della sua chiusura, Tromboflebiti, Dilatazione renale transitoria. Per evitare queste rare ma possibili complicanze o per risolverle nell’eventualità che si dovessero presentare, verranno attuati tutti gli accorgimenti sia medici che chirurgici del caso.

Complicanze
rischi legati alle condizioni generali del paziente
deficit transitori della sensibilità degli arti inferiori o superiori in relazione alla posizione di Trendelemburg (arti inferiori sollevati con testa del paziente in posizione declive)

Complicanze precoci legate all’intervento chirurgico:

  • emorragia: essa prevede il ricorso a trasfusioni di sangue;

  • lesione del retto o dei grandi vasi del bacino (devono essere riparati immediatamente)

  • possibilità di dover convertire l’intervento chirurgico laparoscopico-robotico in intervento chirurgico tradizionale a cielo aperto (classica incisione sotto-ombelico-pubica)

  • infezione della ferita chirurgica

  • fistola urinosa transitoria;    

  • dilatazione renale transitoria;

  • trombosi venosa profonda ed embolia polmonare


Complicanze tardive

  • stenosi (restringimento) della giunzione vescico-uretrale (1-9%). Richiede un intervento endoscopico di incisione dell’anello-stenotico con lama fredda, di resezione del tessuto sclerotico.

  • impotenza. La funzione erettile può essere preservata, ma la possibilità di ripristino dipende dalla potenza pre-operatoria, dall’età del paziente, dallo stadio della malattia e dalla conservazione dei fasci neurovascolari, per cui la percentuale di impotenza post-operatoria può interessa fino al 50-65% dei pazienti;

  • incontinenza urinaria. In Letteratura le percentuali di recupero della continenza post intervento sono variabili ed influenzate soprattutto dalla tecnica chirurgica adottata. Valutando la continenza a 3, 30 e 90 giorni dalla dimissione del paziente i dati attualmente presenti in Letteratura sono di seguito riportati (divisi per differenti Autori): Lowe 0%, 7%, 41%; Kaye 33%, 60%, 89%; Gillenwater 46%, 63%, 87%; Olsson 18.8%, 58.4%, 68.9%.

Il "problema" dell’incontinenza post-operatoria è stato spesso sottolineato, e dai pazienti temuto, in misura a volte eccessiva. Soprattutto dopo una certa età sono molti gli uomini (ma anche le "signore") a cui capita talvolta di sperimentare piccole perdite di urina, soprattutto in occasione di determinati sforzi o movimenti, ma che non per questo sembrano sentirsi menomati o colpiti nella propria dignità di adulto. Nonostante ciò abbiamo osservato che il rischio di una incontinenza parziale temporanea (salvo problemi pre-esistenti all’intervento) è spesso  vissuta con paura ed ansia.
Anche nel periodo post-operatorio verrà regolarmente seguito presso ambulatori specialistici per il controllo di follow-up e per affrontare eventuali complicanze dell’intervento.



LA CHIRURGIA ENDOSCOPICA DELLA PROSTATA
TURP (Transuretral resection prostate)

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