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Vie di accesso alla biopsia prostatica

La biopsia prostatica

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" ..L'indagine su  una malattia  inizia dalla perfetta conoscenza di essa.. "

LA VISITA UROLOGICA INTERATTIVA

Sono due le vie accesso considerate per eseguire la biopsia prostatica :
•  via transrettale,
•  via transperineale.
La scelta dell'approccio dipende dalla esperienza personale dell'urologo che vi farà la biopsia . Tale scelta  non modifica il risultato  della indagine  nè l'incidenza delle complicanze.

BIOPSIA PROSTATICA TRANSRETTALE

BIOPSIA PROSTATICA TRANSPERINEALE

[image:image-1]La via transrettale, di gran lunga la più diffusa, viene gen ralmente eseguita con il paziente in decubito laterale sinistro.
L'ago da biopsia viene fatto avanzare, utilizzando scansioni longitudinali, o in canali operatori presenti all'interno della sonda, o, più comunemente, attraverso una guida coassiale comodamente montata a cavallo della sonda stessa, che permette di mantenere un canale di accesso sterile fino in prossimità della parete rettale.
Tali guide possono esse monouso oppure sterilizzabili e riutilizzabili. I prelievi vengono eseguiti per ciascun lobo sul piano parasagittale, a livello apice, linea mediana, base, ed eventualmente zona di transizione, approssimativamente con un angolo di 45°.
Si tratta di una tecnica generalmente ben tollerata daipazienti, di rapida esecuzione, che non richiede anestesia, ma che comporta un certo rischio di contaminazione batterica, per cui è indicata profilassi antibiotica, da iniziare la sera precedente oppure 3- 4 ore prima e da continuare per 48-72 ore a seconda dell'antibiotico impiegato.
In genere è  consigliabile l'esecuzione di un clisma di pulizia del retto la sera prima della biopsia o la mattina della biopsia
la disnfezione della regione del retto viene fatta dall'operatore la mattina aprima dell'inserimento della sonda.

[image:image-1]La via transperineale si esegue con il paziente in posizio litotomica, sotto guida ecografica transrettale.  Nei pazi ín cui la pervietà rettale sia stata esclusa da un precedente intervento chirurgico (es. resezione addomino perineale del retto), o sia impraticabile come conseguenza di patologia colo-proctologiche (stenosi anale serrata, emorroidi, ragadi, malattie infiammatorie intestinali in fase attiva) la procedura può essere condotta mediante un approccio ecografico transperineale, utilizzando un trasduttore di tipo settoriale, di solito ad alta frequenza, con resa ecografica in ogni modo nettamente inferiore rispetto alla via transrettale.
Una volta avvenuta la tricotomia e la disinfezione della regione perineale, ed eseguita l'anestesia locale, viene inserito l'ago anteriormente al margine anale, attraverso il centro tendineo del perineo, sfruttando un piano di accesso scarsamente vascolarizzato ed innervato, giungendo alla porzione posteriore dell'apice prostatico .
L'ago da biopsia penetra nella regione periferica della prostata a livello dell'apice ed attraversa la ghiandola verso la base, seguendo una traiettoria parallela alla parete rettale, su un piano perpendicolare rispetto a quello della biopsia transrettale .
Nel tentativo di aumentare il numero di prelievi bioptici, coerentemente con le tecniche allargate in studio per la via transrettale, è stata anche proposto, in pazienti selezionati ad alto rischio, l'impiego dei "template" utilizzati per il posizionamento dei semi radioattivi in brachiterapia, con la possibilità di eseguire fino a 20 prelievi .
La biopsia prostatica transperineale è sicuramente una metodica più "pulita" dal punto di vista infettivo; tuttavia, è condizionata da tempi più lunghi di esecuzione e dalla necessità di eseguire una anestesia locale. Inoltre, sebbene molto raro, è stato descritto in letteratura il rischio di sviluppo di tumore nel perineo da insemenzamento durante la retrazione dell'ago.


COMPLICANZE DELLE BIOPSIE PROSTATICHE

Dopo i prelievi bioptici potranno presentarsi delle complicanze dette :

Minori

Dolore
Sangue nelle urine per un periodo inferiore a tre giorni
Emospermia (sangue nello sperma)
Rettorragia modesta
Perdite di coscienza  da crisi vagali generate dal dolore
Uretrorragie (sangue dall'uretra)
Ematomi perineali

Maggiori

Iperpiressia
Sepsi
Ematuria maggiore di 3 giorni con tamponamento vescicale
Anemizzazione acuta  con necessità di trasfusione
Ritenzione urinaria acuta
Rettorragie massive
Infezioni prostatiche

Come possiamo trattare queste complicanze ?

TRATTAMENTO DELLE COMPLICANZE

In generale, l'incidenza di complicanze è discreta per le complicanze minori (17-40%), che comunque possono richiedere blandi trattamenti o non richiedere nessun trattamento, mentre è estremamente bassa per quelle maggiori, con percentuali di ospedalizzazioni intorno all'1% .
Dai dati comparativi dello studio ERSPC (European Randomized Study of Screening for Prostate Cancer) delle sedi di Firenze e Rotterdam, che ha valutato 2118 pazienti, di cui 1687 sottoposti a biopsia transrettale e 431 a biopsia transperineali  è emerso che l'ematuria <3 gg si verificava nel 23.6% dei pazienti sottoposti a biopsia transrettale contro il 30% dell'approccio tansperineale, l'ematospermia nel 45.6% in caso di biopsia transrettale e nel 50% in caso di biopsia transperineale, l'iperpiressia (Temperatura >38.5°C) nel 4.2% dei pazienti sottoposti  a biopsia transrettale, mentre non ci sono dati disponibi per la via transperineale, la sepsi nel 0.18% dei casi dopo biopsia  transrettale e 0.46% dopo biopsia transperineale, l'ospedalizzazione  nello 0.4% dei pazienti sottoposti a biopsia transrettale e nello 0.7% di quelli biopsiati per via transperineale .
In definitiva, possiamo certamente affermare che le complicanze emorragiche sono in genere lievi e transitorie; quelle infettive (prostatiti, cistiti orchiepididimiti, sespsi) sono maggiori  con la tecnica transrettale, ma grazie alla profilassi antibiotica  si mantengono basse tra 1-5%; le complicanze flogistiche con edema della ghiandola prostatica e possibilità di ritenzione  acuta di urina e necessità di posizionare un catetere, aumentano con il numero dí biopsie effettuate e con il coinvolgimento della zona di transizione, comunque attestandosi a valori inferiori al 10%; le manifestazioni lipotimiche e sincopali  si aggirano intorno all'1-5%: ciò giustifica da parte di alcuni  operatori il reperimento di una via venosa periferica.


Complicanze biopsia prostatica

transrettale

transperineale

Trattamento

ematuria < 3 giorni

23,6 %

30 %

 

sangue nello sperma

45 %

50%

 

iperpiressia febbre alta maggiore 38,5 °

4,2 %

no dati

 

sepsi (infezione diffusa)

0,18 %

0,46%

 

ospedalizzazione

0,4 %

0,7 %

 

infezioni (epididimiti, prostatiti, cistiti)

maggiori

assenti

profilassi antibiotica

infiammazioni + edema

10 %

10 %

antiinfiammatori + antiedemigeni

ritenzione acuta urina

   

catetere vescicale

manifestazioni vagali/sincopali

1-5-%

1-5 %

posizionamento di accesso venoso

In genere un buon trattamento profilattico antibiotico previene la maggior parte delle complicanze. Tuttavia per rasserenare il paziente e per evitare la comparsa di queste complicanze , molti urologi dispongono delle piu' svariate terapie.
Ovvio che verrebbe naturale l'uso dei FANS (aulin , ketoprofene...) , ma questi possono favorire qualche volta i sanguinamenti, anche se in caso di dolore sono necessari.
Senza aspettare che le complicanze si manifestino, si può agire di anticipo somministrando andiedemigeni, antiinfiammatori naturali, capillaro protettori, che assieme agli antibiotici consentono la regressione se presenti , ma sopratutto la mancata insorgenza delle complicanze.
Bromelina, mirtillo ad alti dosaggi, uva ursina, serenoa , sono sostanze la cui assunzione dovrebbe sempre accompagnare una biopsia prostatica, poichè l'insulto dell'ago genera sempre una risposta infiammatoria locale, emorragie intraprostatiche , edemi.....
Vi suggeriamo alcuni schemi di terapia selezionati per Voi da Standardurology.



ANTIBIOTICO CATEGORIA CHINOLONICI

CHINOPLUS CPR
LEVOXACIN 500/TAVANIC 500/ CIRPOXIN 1000





1 CPR AL GIORNO  dopo BIOPSIA





per 5 giorni

associato a
+

COLIMAN CPR
(una associazione di d-mannosio + Uva ursina)
oppure
MIRTIMAN  CPR
(mirtillo ad alti dosaggi)
oppure
BROMISER
(una associazione di bromelina+serenoa)




1 compressa al mattino

1 cpr alla sera    






per 15 giorni

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