La brachiterapia nel tumore prostatico - Psa alterato

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La brachiterapia nel tumore prostatico

Le malattie della prostata > Il tumore prostatico

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" ..L'indagine su  una malattia  inizia dalla perfetta conoscenza di essa.. "

LA VISITA UROLOGICA INTERATTIVA

[image:image-1]L'impiego della brachiterapia mediante impianto permanente  di semi radioattivi per il trattamento radicale del carcinoma prostatico in stadio iniziale si è consolidato nel corso degli anni Novanta grazie all'avvento della guida ecografica transrettale e di specifici software per la pianificazione del trattamento. Il maggiore vantaggio di questa tecnica è rappresentato dall'elevatissimo grado di conformazione, spesso superiore anche alla radioterapia esterna 3D-conformazionale.

Vantaggi
Somministrare una dose molto elevata di radiazioni senza aumento nello stesso tempo dei volumi irradiati .
Brevità del trattamento, possibile anche in regime di day-surgery, o al massimo in 2-3 giorni di ricovero.
Svantaggi
Invasività,  anche se  minore della prostatectomia radicale, e dalle necessarie misure di radioprotezione.

Descrizione della tecnica
Gli isotopi inseriti sono lo Iodio-125 o il Palladio-103, sigillati in capsule di titanio.
I semi possono essere liberi o legati tra di loro da un materiale riassorbibile, consentendo una maggiore flessibilità nella composizione dei treni di sorgenti o una loro maggiore stabilità, secondo le necessità geometriche della distribuzione di dose.

Impianto temporaneo
Un'altra tecnica di brachiterapia è quella con sorgenti ad alto rateo di dose (HDR), che consentono la realizzazione di un impianto temporaneo.
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La brachiterapia HDR ha un indubbio vantaggio economico potendo utilizzare una sola sorgente di Iridio 192, non a perdere, invece di una grande quantità di semi monouso.
Permette anche una eccellente ottimizzazione volumetrica della distribuzione della dose e una migliore protezione del personale, poichè l'impianto avviene in una fase non radioattiva (tecnica "after-loading").

                                                                                               
Indicazioni alla Brachiterapia

La brachiterapia può rappresentare un'alternativa alla radioterapia esterna nei casi a prognosi favorevole con le seguenti caratteristiche.
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cT1b-T2a, N0, M0, Gleason 3+4, PSA iniziale 10 ng/ml.

Esistono alcuni limiti all'indicazione, tra i quali i più importanti sono il volume prostatico superiore a 50-55 cm3 e la sindrome ostruttiva (da valutare con l'uroflussometria - Q max corretto 15).
Nel caso dei pazienti a maggior rischio prognostico la brachiterapia può essere utilizzata come sovradosaggio dopo la radioterapia a fasci esterni.


QUALI SONO I RISULTATI TERAPEUTICI DELLA BRACHITERAPIA?
Al momento vengono riportati in letteratura solo i risultati di studi in singole istituzioni; mediamente i risultati in termini di controllo biochimico del PSA a 5 anni variano fra il 63 e l'88% in pazienti trattati con la brachiterapia esclusiva . La brachiterapia può anche essere utilizzata come sovradosaggio dopo la radioterapia esterna; in questi casi vengono riportate percentuali di controllo del PSA tra il 72 e l'88% a 5 anni. Tali risultati sono simili a quelli ottenibili dal trattamento radiante esterno, con una iniziale minor frequenza di impotenza (8-14%), ma che a 5 anni diventa sovrapponibile con quella ottenuta con fasci esterni, almeno secondo alcuni studi recenti.

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