Anatomia della ghiandola prostatica - Psa alterato

Vai ai contenuti

Anatomia della ghiandola prostatica

Le malattie della prostata > Iperplasia prostatica benigna

La prostata è un organo ghiandolare dell'apparato genitale  maschile che si sviluppa attorno alla porzione iniziale  dell uretra, ed è attraversata dai due condotti eiaculatori, ha  Ia forma di un cono, con la base rivolta verso la vescica e I’apice a contatto del diaframma urogenitale ed è situata tra i margini mediali dei due muscoli elevatori dell’ano.
L'uretra attraversa la prostata obliquamente in modo  tale che la maggior parte del suo parenchima resti posteriormente   e lateralmente, mentre solo una piccola parte rimane anteriormente.
I dotti eiaculatori entrano nella  prostata a livello della base e convergono verso la porzione   centrale dell'uretra prostatica dove vi sboccano a lato  dell’otricolo seminale.


La prostata può essere divisa in diverse zone (Figura 1).
La
porzione anteriore, che è la meno rappresentata, è costituita da stroma fibromuscolare.
La
porzione  periferica rappresenta  la porzione ghiandolare più importante ed è la parte  dove più frequentemente si può sviluppare un tumore maligno.
La
zona centrale è quella che viene attraversata dai dotti eiaculatori, è posteriore ed è la parte funzionale più piccola.
La
zona di transizione è costituita da un piccolo gruppo di dotti che originano a livello della giunzione dei segmenti uretrali prossimali e distali. I dotti in questa regione, che comprendono meno del 5% di tutto il "lume prostatico di un uomo, danno origine all ‘ipertrofia  prostatica.

Dal punto di vista anatomopatologico, l'ipertrofia prostatica benigna si sviluppa a partire dai 40 anni sotto forma  di noduli costituiti da elementi sia epiteliali ,sia stromali , sia elementi fibromuscolari  delle ghiandole che tappezzano l'uretra prostatica prossimale.  Questi  noduli s'ingrossano e confluiscono all'interno delle pareti anteriori, posteriori e  laterali della prostata, formando masse lobulari di varie forme e dimensioni da pochi millimetri a pochi centimetri.
Il lobo anteriore di solito è interessato solo in minima parte e per questo motivo l'ipertrofia prostatica benigna viene spesso definita bilobare (ingrossamento dei lobi laterali) o trilobare (ingrossamento sia dei lobi laterali che del lobo posteriore).

Alcuni pazienti hanno solo un'ipertrofia del lobo medio posteriore che può essere ostruttiva. In questi casi di ipertrofia prostatica benigna, i lobi laterali possono essere ingranditi solo minimamente, mentre il lobo medio cresce al di sotto della vescica fino a ostruire il collo vescicale. Questo spiega perché esiste una correlazione variabile tra la dimensione della prostata palpabile attraverso il retto e il grado di ostruzione: in definitiva, le dimensioni della prostata possono essere meno importanti rispetto alla morfologia del collo vescicale che risulta modificato dalla ipertrofia prostatica.
La relazione tra stroma ed epitelio aumenta da un rapporto di 2:1 nella prostata normale a 5:1 nella ipertrofia prostatica. Nelle forme avanzate di ipertrofia prostatica il tessuto iperplastico sostituisce quasi interamente il vero parenchima ghiandolare restringendo il canale dell'uretra prostatica in maniera severa producendo i sintomi ostruttivi. (Luts)


Torna ai contenuti