La biopsia prostatica transrettale
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Disclaimer
" ..L'indagine su una malattia inizia dalla perfetta conoscenza di essa.. "
LA VISITA UROLOGICA INTERATTIVA
[image:image-2]La biopsia prostatica è l'esame cardine per la diagnosi del tumore della prostata. Si esegue prelevando dalla prostata , con un particolare ago , detto Tru-cut , alcuni campioni di tessuto prostatico . Il tessuto prelevato viene preparato sul vetrino ed analizzato al microscopio. La biopsia prostatica può servire anche per diagnosticare altre malattie della ghiandola prostatica: LE INFIAMMAZIONI E LA IPERTROFIA PROSTATICA.
Può essere eseguita per via :
Transrettale ecoguidata (TRUSB ovvero TransRectal Ultrasound Biopsy)
Tranperineale ecoguidata
Transuretrale (durante l'intervento di resezione transuretrale della prostata TURP).
Quando si deve fare la biopsia prostatica ?
Non esistono delle linee guida precise e ,molto, è lasciato alla decisione dell'urologo che prende in cura il paziente . Chiaramente la semplificazione della metodica attraverso la riduzione delle complicanze legate all'esame, ha contribuito alla sua diffusione: per cui una indicazione alla biopsia scatta piu' velocemente di diversi anni fa.
Il soggetto candidato alla biopsia prostatica è quello dove si ha un "forte sospetto di tumore prostatico" e dove esiste concreta possibilità e desiderio di trattamento. per cui sarà un soggetto che......
[image:image-1]Ha una esplorazione rettale sospetta
Un psa alterato oltre i 4,00 ng /ml che rimane alterato dopo una terapia antibiotica , antiinfiammatoria, antiedemigena.
Un psa alterato oltre i 10,00 ng/ml
Una ecografia transrettale che evidenzia lesioni sospette nella prozione periferica della prostata.
Vediamo comunque cosa dicono le principali raccomandazioni alla biopsia prostatica estrapolate dai vari studi.
Indicazioni alla biopsia
[image:image-1] PSA ELEVATO
[image:image-4] REPERTO RETTALE ABNORME E PSA OLTRE 4,00 NG/ML
[image:image-5] (PSA RATIO ) RAPPORTO LIBERO /TOTALE Utile quando il psa è nella area grigia tra 4,00 e 10,00 ng/ml.
Fattori che riducono il sospetto di tumore della prostata
[image:image-1] PSA NON ELEVATO IN RAPPORTO ALLA ETA'
[image:image-6] PSA "STABILE NEL TEMPO"
[image:image-7] STORIA CLINICA DI PROSTATITI
[image:image-8] PSA TOTALE 4,00-10,00 ng/ml CON PROSTATA DI ELEVATO VOLUME
[image:image-9] REPERTO RETTALE NORMALE *
Fattori che sconsigliano la biopsia prostatica
[image:image-1] BREVE ATTESA DI VITA
[image:image-3] PRESENZA DI ALTRE PATOLOGIE CHE METTONO A RISCHIO LA VITA NEL BREVE PERIODO DI VITA DEL PAZIENTE
Familiarità
In caso di familiarità di tumore prostatico non esistono indicazioni a modificare l'approccio diagnostico se esplorazione rettale e psa sono nella norma. Ovvero , se in famiglia c'è un tumore prostatico , questo a differenza di ciò che accade per altri tumori, non deve essere motivo di particolare attenzione .
Il discorso cambia se invece ci sono dei sospetti alla esplorazione rettale o psa alterato: in questo caso si richiede una maggiore aggressività diagnostica.
Pazienti in trattamento con Finasteride/Dudasteride
Si fa riferimento allo studio PLESS.
Si deve correggere moltiplicando x 2 i valori di PSA TOTALE osservato . Cioè se se assumono Finasteride oppure Dudasteride (AVODART) ed abbiamo registrato un psa di 2,5 ng/ml il valore da considerare è 5,00 ng/ml.
Come si deve fare la biopsia prostatica ?
[image:image-1] Il Consenso informato
[image:image-6] La preparazione per la biopsia prostatica
[image:image-7] La prevenzione delle infezioni dopo biopsia prostatica
[image:image-8] Le vie di accesso alla biopsia prostatica
[image:image-9] Quanti prelievi sono necessari ?
Il consenso informato
Ci sono dei diritti e dei doveri nel rapporto tra medico e paziente.
Il medico è tenuto ad informare esaurientemente e con completezza il paziente si da fargli comprendere ...le INDICAZIONI all'esame, le CONTROINDICAZIONI e RISCHI.
iL PAZIENTE SARA' COSI IN GRADO DI DECIDERE AUTONOMAMMENTE SE ACCETTARE O NO IL TRATTAMENTO PROPOSTO.
Prima della biopsia prostatica , dovete firmare il consenso informato. DATE PARTICOLARE ATTENZIONE A CIO' CHE COSA PUO' SUCCEDERVI DOPO UNA BIOPSIA PROSTATICA.
ESEMPIO DI [image:image-1] CONSENSO INFORMATO alla BIOPSIA PROSTATICA TRANSRETTALE...
Il sottoscritto __________________ , nato a _________ il ______ dichiara di essere stato informato, in modo chiaro e comprensibile, della sua patologia attuale e, della necessità di doversi sottoporre a prelievo di tessuto prostatico e cioè: BIOPSIA PROSTATICA ECOGUIDATA.
Inoltre dichiara di aver seguito scrupolosamente le istruzioni che mi sono state consegnate a parte, alla prenotazione, riguardanti la preparazione ottimale per eseguire tale esame.
Nella fattispecie, la BIOPSIA ECOGUIDATA DELLA PROSTATA PER VIA TRANS-RETTALE propostami, prevede, previa ispezione ecografia trans-rettale della prostata con sonda munita di un adattatore per il passaggio dell’ago da biopsia, di ottenere prelievi multipli nei due lobi prostatici (8-10 per lobo) come pure, in aggiunta, prelievi mirati su uno o più noduli sospetti.
L’intervento è eseguito in regime ambulatoriale e può presentare, oltre le comuni complicanze di un qualsiasi atto chirurgico, anche possibili ed eventuali complicazioni specifiche nel periodo peri- e post- operatorio quali:
Sanguinamento rettale, emorragia rettale;
Ematuria;
Iperpiressia post-bioptica;
Infezione urinaria acuta;
Emospermia;
Orchi-epididimite acuta;
Ascessi prostatici;
Microematuria;
Ritenzione di urina acuta da trattare con cateterismo vescicale.
In caso di necessità si potrà praticare trasfusione di emoderivati o emocomponenti, pratica non esente da rischi.
Il sottoscritto ………………. …………………. , preso atto di tutte le informazioni,
accetta
il trattamento propostogli ed autorizza i sanitari all’utilizzo del materiale biologico prelevato a anche scopi scientifici, nel rispetto dell’anonimato.
E’ inoltre a conoscenza del fatto che dinanzi ad impreviste difficoltà, il medico potrebbe giudicare necessario modificare la procedura concordata al fine di fronteggiare ogni evenienza.
Tale modulo deve essere ritenuto parte integrante della cartella clinica.
Li,
Il Paziente Il Dirigente Medico
Preparazione alla biopsia prostatica
Prima di eseguire la biopsia prostatica è necessario attenersi ad alcune semplici disposizoni . Leggetele attentamente , poichè se non le rispettate il medico esecutore vi rimanderà a casa senza farvi la biopsia ...nonostante abbiate già fatto il clistere !!!!
Sospendete qualche giorno prima gli anticoaugulanti (aspirina, ticlopidina, couimadin.....), pulite l'intestino , assumete un antibiotico per la profilassi delle infezioni.
[image:image-1] PREPARAZIONE BIOPSIE MULTIPLE DELLA PROSTATA ECOGUIDATE PER VIA TRANSRETTALE
Sig. ………………………………… età………….
Indicazioni alla biopsia: Valore PSA _______
Referto esplorazione rettale _____________________________________
Altro______________________________________
E’ NECESSARIO ATTENERSI SCRUPOLOSAMENTE ALLE SEGUENTI INDICAZIONI:
[image:image-8]· Comunicare tempestivamente e sospendere trattamenti con anticoagulanti dicumarolici (coumadin o sintrom) almeno 8-10 giorni prima, attuando una terapia sostitutiva secondo quanto prescritto dallo specialista urologo (eventuale sostituzione con eparina a basso peso molecolare fiale sotto cute, secondo il caso specifico) e controllando la normalizzazione degli indici di coagulazione al massimo il giorno prima della procedura (PT, PTT e INR)
[image:image-9]· Sospendere ogni trattamento con antiaggregante piastrinico (cardioaspirina, cardirene, ascriptin, ticlopidina, clopidrogel, etc.) almeno 8-10 giorni prima della procedura (ed eventualmente sostituzione con eparina a basso peso molecolare, ad es. Clexane 4000 U.I. 1fl. sottocute al dì)
[image:image-10]· Il giorno prima della procedura, PRATICHI:
ore 7.30= terapia antibiotica con chinolonico orale monosomministrazione (ad es. Levoxacin 500mg oppure Ciproxin 1000mg RM oppure Tavanic 500mg) dopo la prima colazione
[image:image-11]· Il giorno della procedura, oppure la sera precedente l’esame PRATICHI:
ore 6.00= PRATICARE clistere evacuativo
ore 7.30= terapia antibiotica con chinolonico orale (vedi sopra)
[image:image-12]· Esibire 2 impegnative regolarizzate: una con la dicitura "agobiopsia prostatica
ecoguidata" e l’altra "esame istologico per biopsia prostatica (x8 prelievi)"
[image:image-13]· Non è necessario il digiuno
IMPORTANTE: La copertura antibiotica deve essere continuata per ulteriori 3-5 giorni dopo la biopsia. L’eparina a basso peso molecolare, se prescritta, va continuata per altri 7 giorni dopo la biopsia prima di reintrodurre le terapie abituali.
In caso di febbre (>38°C) e/o di emorragia contattare il medico specialista ……………………….
Inoltre, una transitoria perdita di sangue con le urine, con le feci e con lo sperma dopo la biopsia deve essere considerata normale fino alla 20° giornata.
Prevenzione delle infezioni nella biopsia prostatica
Dopo pochi minuti dalla biopsia prostatica i pazienti presentano un aumento dei batteri nel sangue nel 100 % dei casi. In coloro che hanno fatto terapia antibiotica tale percentuale scende al 53 %.
La biopsia prostatica è sempre una manovra invasiva con la quale i germi possono essere trasportati nella prostata e dove possono dare luogo ad importanti infezioni. Prostatiti, epididimiti, pielonefriti acute, ascessi locali, osteolmieliti, schock settici , sono descritti dopo biopsia prostatica. Evitare questi rischi infettivi con la preventiva assunzione di antibiotici è fondamentale anche perchè l'incidenza di infezione varia dall'1 al 10 % , non è quindi bassa.
Tale percentuale può essere ridotta dall'uso della profilassi antibiotica. Una considerazione viene d'obbligo : l'accesso transperineale è gravato di minori complicanze infettive rispetto all'accesso transrettale. QUESTA CONSIDERAZIONE CI ILLUMINA QUINDI SU QUALI ANTIBIOTICI ASSUMERE IN FUNZIONE DELLA VIA DI ACCESSO.
I GERMI ISOLATI NEL SANGUE DOPO BIOPSIA TRANSRETTALE SONO PREVALENTEMENTE ANAEROBI DELLA SPECIE BACTEROIDES CHE SI TROVANO NELLA MUCOSA RETTALE.
LE INFEZIONI INVECE SONO CAUSATE DA ENTEROBATTERI GRAM NEGATIVI ( ESCHERICHIA COLI ) e COCCHI GRAM + (STREPTOCOCCO FAECALIS ) facilmente sensibili ad antibiotici comuni.
GERMI IN CAUSA SONO PREVALENTEMENTE AEROBI CON PREDOMINANZA DI STAFILOCCO EPIDERMIDIS.
La minore frequenza di batteriemia post biopsia e di infezioni urinarie sintomatiche in questo tipo di accesso consente di affermare che una buona disinfezione cutanea standard rende la manovra pressochè sterile non necessitando di terapia antibiotica profilattica.
Quale antibiotico usare ?
Un antibiotico di facile assunzione per bocca, attivo contro gli enterobatteri gram negativi e gli enterococchi gram positivi. I CHINOLONICI rispondono bene a questa categoria.
Qualora invece il bioptizzando sia affetto da valvulopatia o portatatore di protesi valvolare è necessario eseguire una profilassi con ampicillina
Quanto dovrebbe durare la somministrazione di antibiotici nella biopsia prostatica ?
La presenza di batteri nel sangue (batteriemia) è gia dimostrabile dopo 5 minuti dalla esecuzione della biopsia : dopo una ora in genere questi sono scomparsi. Le urinocolture , invece , rimangono positive anche per giorni. Ciò significa che per prevenire una infezione si deve mantenere livelli stabili e costanti di antibiotico in circolo , nelle urine e nei tessuti (prostata) , già al momento della procedura bioptica .
La somminsitrazione di antibiotico dovrebbe durare almeno 3/5 giorni. Non di piu'.
Quale valore ha il clistere prima della biopsia ?
Nell'accesso tranperineale non ha nessuna efficacia come prevenzione delle infezioni post biopsia. Rimane tuttavia indicato il suo ruolo nella pulizia della ampolla nella preparazione alla biopsia.
Altro significato può assumere invece il clistere nell'accesso transrettale dove un ruolo preventivo per la insorgenza delle infezioni è stato documentato in alcuni lavori. la sua esecuzione è imprescindibile come norma igienica e deve essere sempre fatto.
ANTIBIOTICO CATEGORIA CHINOLONICI
CHINOPLUS CPR
LEVOXACIN 500/TAVANIC 500/ CIRPOXIN 1000
AMPICILLINA nei cardiopatici
(dosaggi elevati intramuscolo)
1 CPR AL GIORNO dopo BIOPSIA
per 5 giorni
associato a
+
COLIMAN CPR
(una associazione di d-mannosio + Uva ursina)
oppure
MIRTIMAN CPR
(mirtillo ad alti dosaggi)
oppure
APOSER
(BROMELINA + SERENOA )
1 compressa al mattino
1 cpr alla sera
per 15 giorni
Vie di accesso nella biopsia prostatica
Sono due le vie accesso considerate per eseguire la biopsia prostatica :
• via transrettale,
• via transperineale.
La scelta dell'approccio dipende dalla esperienza personale dell'urologo che vi farà la biopsia . Tale scelta non modifica il risultato della indagine nè l'incidenza delle complicanze.
BIOPSIA PROSTATICA TRANSRETTALE
BIOPSIA PROSTATICA TRANSPERINEALE
[image:image-1]La via transrettale, di gran lunga la più diffusa, viene gen ralmente eseguita con il paziente in decubito laterale sinistro.
L'ago da biopsia viene fatto avanzare, utilizzando scansioni longitudinali, o in canali operatori presenti all'interno della sonda, o, più comunemente, attraverso una guida coassiale comodamente montata a cavallo della sonda stessa, che permette di mantenere un canale di accesso sterile fino in prossimità della parete rettale.
Tali guide possono esse monouso oppure sterilizzabili e riutilizzabili. I prelievi vengono eseguiti per ciascun lobo sul piano parasagittale, a livello apice, linea mediana, base, ed eventualmente zona di transizione, approssimativamente con un angolo di 45°.
Si tratta di una tecnica generalmente ben tollerata daipazienti, di rapida esecuzione, che non richiede anestesia, ma che comporta un certo rischio di contaminazione batterica, per cui è indicata profilassi antibiotica, da iniziare la sera precedente oppure 3- 4 ore prima e da continuare per 48-72 ore a seconda dell'antibiotico impiegato.
In genere è consigliabile l'esecuzione di un clisma di pulizia del retto la sera prima della biopsia o la mattina della biopsia
la disnfezione della regione del retto viene fatta dall'operatore la mattina aprima dell'inserimento della sonda.
[image:image-1]La via transperineale si esegue con il paziente in posizio litotomica, sotto guida ecografica transrettale. Nei pazi ín cui la pervietà rettale sia stata esclusa da un precedente intervento chirurgico (es. resezione addomino perineale del retto), o sia impraticabile come conseguenza di patologia colo-proctologiche (stenosi anale serrata, emorroidi, ragadi, malattie infiammatorie intestinali in fase attiva) la procedura può essere condotta mediante un approccio ecografico transperineale, utilizzando un trasduttore di tipo settoriale, di solito ad alta frequenza, con resa ecografica in ogni modo nettamente inferiore rispetto alla via transrettale.
Una volta avvenuta la tricotomia e la disinfezione della regione perineale, ed eseguita l'anestesia locale, viene inserito l'ago anteriormente al margine anale, attraverso il centro tendineo del perineo, sfruttando un piano di accesso scarsamente vascolarizzato ed innervato, giungendo alla porzione posteriore dell'apice prostatico .
L'ago da biopsia penetra nella regione periferica della prostata a livello dell'apice ed attraversa la ghiandola verso la base, seguendo una traiettoria parallela alla parete rettale, su un piano perpendicolare rispetto a quello della biopsia transrettale .
Nel tentativo di aumentare il numero di prelievi bioptici, coerentemente con le tecniche allargate in studio per la via transrettale, è stata anche proposto, in pazienti selezionati ad alto rischio, l'impiego dei "template" utilizzati per il posizionamento dei semi radioattivi in brachiterapia, con la possibilità di eseguire fino a 20 prelievi .
La biopsia prostatica transperineale è sicuramente una metodica più "pulita" dal punto di vista infettivo; tuttavia, è condizionata da tempi più lunghi di esecuzione e dalla necessità di eseguire una anestesia locale. Inoltre, sebbene molto raro, è stato descritto in letteratura il rischio di sviluppo di tumore nel perineo da insemenzamento durante la retrazione dell'ago.
Complicanze delle biospie prostatiche
Dopo i prelievi bioptici potranno presentarsi delle complicanze dette :
Minori
Dolore
Sangue nelle urine per un periodo inferiore a tre giorni
Emospermia (sangue nello sperma)
Rettorragia modesta
Perdite di coscienza da crisi vagali generate dal dolore
Uretrorragie (sangue dall'uretra)
Ematomi perineali
Maggiori
Iperpiressia
Sepsi
Ematuria maggiore di 3 giorni con tamponamento vescicale
Anemizzazione acuta con necessità di trasfusione
Ritenzione urinaria acuta
Rettorragie massive
Infezioni prostatiche
Come possiamo trattare queste complicanze ?
TRATTAMENTO DELLE COMPLICANZE
In generale, l'incidenza di complicanze è discreta per le complicanze minori (17-40%), che comunque possono richiedere blandi trattamenti o non richiedere nessun trattamento, mentre è estremamente bassa per quelle maggiori, con percentuali di ospedalizzazioni intorno all'1% .
Dai dati comparativi dello studio ERSPC (European Randomized Study of Screening for Prostate Cancer) delle sedi di Firenze e Rotterdam, che ha valutato 2118 pazienti, di cui 1687 sottoposti a biopsia transrettale e 431 a biopsia transperineali è emerso che l'ematuria <3 gg si verificava nel 23.6% dei pazienti sottoposti a biopsia transrettale contro il 30% dell'approccio tansperineale, l'ematospermia nel 45.6% in caso di biopsia transrettale e nel 50% in caso di biopsia transperineale, l'iperpiressia (Temperatura >38.5°C) nel 4.2% dei pazienti sottoposti a biopsia transrettale, mentre non ci sono dati disponibi per la via transperineale, la sepsi nel 0.18% dei casi dopo biopsia transrettale e 0.46% dopo biopsia transperineale, l'ospedalizzazione nello 0.4% dei pazienti sottoposti a biopsia transrettale e nello 0.7% di quelli biopsiati per via transperineale .
In definitiva, possiamo certamente affermare che le complicanze emorragiche sono in genere lievi e transitorie; quelle infettive (prostatiti, cistiti orchiepididimiti, sespsi) sono maggiori con la tecnica transrettale, ma grazie alla profilassi antibiotica si mantengono basse tra 1-5%; le complicanze flogistiche con edema della ghiandola prostatica e possibilità di ritenzione acuta di urina e necessità di posizionare un catetere, aumentano con il numero dí biopsie effettuate e con il coinvolgimento della zona di transizione, comunque attestandosi a valori inferiori al 10%; le manifestazioni lipotimiche e sincopali si aggirano intorno all'1-5%: ciò giustifica da parte di alcuni operatori il reperimento di una via venosa periferica.
Complicanze biopsia prostatica |
transrettale |
transperineale |
Trattamento |
ematuria < 3 giorni |
23,6 % |
30 % |
|
sangue nello sperma |
45 % |
50% |
|
iperpiressia febbre alta maggiore 38,5 ° |
4,2 % |
no dati |
|
sepsi (infezione diffusa) |
0,18 % |
0,46% |
|
ospedalizzazione |
0,4 % |
0,7 % |
|
infezioni (epididimiti, prostatiti, cistiti) |
maggiori |
assenti |
profilassi antibiotica |
infiammazioni + edema |
10 % |
10 % |
antiinfiammatori + antiedemigeni |
ritenzione acuta urina |
catetere vescicale |
||
manifestazioni vagali/sincopali |
1-5-% |
1-5 % |
posizionamento di accesso venoso |
In genere un buon trattamento profilattico antibiotico previene la maggior parte delle complicanze. Tuttavia per rasserenare il paziente e per evitare la comparsa di queste complicanze , molti urologi dispongono delle piu' svariate terapie.
Ovvio che verrebbe naturale l'uso dei FANS (aulin , ketoprofene...) , ma questi possono favorire qualche volta i sanguinamenti, anche se in caso di dolore sono necessari.
Senza aspettare che le complicanze si manifestino, si può agire di anticipo somministrando andiedemigeni, antiinfiammatori naturali, capillaro protettori, che assieme agli antibiotici consentono la regressione se presenti , ma sopratutto la mancata insorgenza delle complicanze.
Bromelina, mirtillo ad alti dosaggi, uva ursina, serenoa , sono sostanze la cui assunzione dovrebbe sempre accompagnare una biopsia prostatica, poichè l'insulto dell'ago genera sempre una risposta infiammatoria locale, emorragie intraprostatiche , edemi.....
Vi suggeriamo alcuni schemi di terapia selezionati per Voi da Standardurology.
ANTIBIOTICO CATEGORIA CHINOLONICI
CHINOPLUS CPR
LEVOXACIN 500/TAVANIC 500/ CIRPOXIN 1000
1 CPR AL GIORNO dopo BIOPSIA
per 5 giorni
associato a
+
COLIMAN CPR
(una associazione di d-mannosio + Uva ursina)
oppure
MIRTIMAN CPR
(mirtillo ad alti dosaggi)
oppure
APOSER
(BROMELINA + SERENOA )
1 compressa al mattino
1 cpr alla sera
per 15 giorni
RISPOSTE DALLA BIOPSIA PROSTATICA TRANSRETTALE
Il medico specialista che riceve L'ESAME ISTOLOGICO deciderà, in base agli altri elementi diagnostici in suo possesso, quale eventuale ulteriore provvedimento assumere nel Suo caso.
1. Iperplasia prostatica
E' una patologia molto frequente, benigna, non tumorale, ingravescente con l'età. Iperplasia significa che nella prostata vi è una crescita cellulare in eccesso, che si può accompagnare ad un lieve aumento del PSA, ma che non comporta alcun aumento del rischio di sviluppare una neoplasia maligna (carcinoma). L'iperplasia può riguardare diversi componenti cellulari e viene pertanto definita dall'anatomopatologo come I. adenomatosa (aumento della componente ghiandolare), I. leiomiomatosa (aumento della componente muscolare), I. adenoleiomiomatosa (con aumento di entrambe le componenti), I. a cellule basali (aumento di una particolare tipo di cellule), I. post-atrofica (aumento per rigenerazione di parti ghiandolari andate distrutte, ad esempio per infiammazione), senza che questo ne modifichi il comportamento clinico.
2. Iperplasia adenomatosa atipica
E' una iperplasia ghiandolare (vedi) che presenta al microscopio alcune anomalie, che tuttavia non ne modificano il comportamento benigno.
3. Prostatite acuta/cronica/granulomatosa
E' un processo infiammatorio che può causare sintomi ed aumento del PSA, ma che non comporta alcun aumento del rischio di sviluppare una neoplasia maligna (carcinoma).
4. Neoplasia prostatica intraepiteliale alto grado
E' un precursore (lesione preneoplastica) del carcinoma prostatico; la definizione alto grado si riferisce alle caratteristiche citologiche e non al significato clinico. Tuttavia, se diagnosticata dall'anatomopatologo su biopsia può essere concomitante ad un carcinoma occulto già presente e quindi può rappresentare una indicazione per ulteriori accertamenti, anche mediante nuove biopsie.
5. Adenocarcinoma prostatico
E' un frequente tumore maligno, il cui decorso clinico-prognostico è tuttavia molto variabile - da lento e indolente a progressivo - in rapporto al grado di malignità (Score di Gleason, vedi) valutato dall'anatomopatologo ed allo Stadio anatomo-clinico (vedi).
L'anatomopatologo classifica diverse varianti istologiche di adenocarcinoma, la più frequente delle quali è definita acinare e per la quale si valuta il grado di malignità, mentre molto più rare sono le varianti duttale, mucinosa, neuroendocrina con comportamenti clinici specifici.
6. Score di Gleason
E' una importante misura numerica della aggressività del tumore della prostata, che l'anatomopatologo esegue al microscopio (score vuol dire punteggio, Gleason è il nome dell'autore che lo ha messo a punto). Si ottiene con la somma di due valori (ciascuno da 1 a 5, con signficato peggiorativo progressivo) assegnati ai due aspetti istologici prevalenti della crescita tumorale, la somma può quindi variare da 2 a 10. Se l'aspetto istologico è unico si assegna comunque un doppio valore uguale (ad es.: score 6 (3+3)).
I valori della somma (Score) minori di/uguali a 6 sono i più frequenti e si accompagnano ad una buona prognosi, i valori da 7 a 10 configurano una progressiva maggiore aggressività.
In un ridotto numero di casi lo score valutato sulla agobiopsia può venire modificato in seguito alla nuova valutazione eseguita dall'anatomopatologo sull' intera prostata dopo resezione.
7. Cosa significa "margini"
Lo specialista anatomopatologo adotta una procedura particolare per identificare e valutare i margini della resezione chirurgica, per l'impostazione della terapia post-chirurgica
8. Cosa significa "stadio"
La prognosi probabile e la scelta del trattamento si basano sulla stadiazione che significa misurazione della estensione del tumore nella prostata e negli altri organi sede di possibili estensione e metastasi, tra cui le vescichette seminali ed i linfonodi regionali, asportati dal chirurgo urologo.
L'anatomopatologo interviene nella stadiazione dopo l'asportazione del tumore e dei linfonodi con procedure standardizzate, contribuendo;
a) valutazione dell'estensione del tumore infiltrante all'interno della prostata e dei rapporti che contrae con le strutture vicine (codificata nella sigla "pT" da 2 a 4, maggiore è il numero più grande ed esteso è il tumore).
b) assenza o presenza di eventuali metastasi linfonodali (situazione codificata con la sigla "pN0" e "pN1" rispettivamente.
I valori di pT e pN diagnosticati dall'anatomopatologo forniscono la base per la definizione dello "stadio TNM" (da 1 a 4 con progressivo peggioramento prognostico) di ciascun paziente, stadio che si ottiene con la diversa combinazione dei vari valori di pT e pN, oltre che con altri elementi in possesso del medico specialista che riceve questa diagnosi, che potrà anche spiegarLe come lo stadio influenzi la Sua prognosi.